I negozi non hanno mai visto così tanta domanda e i produttori hanno i magazzini vuoti: in Italia c’entra soprattutto il bonus mobilità, ma lo stesso sta succedendo anche in altre parti del mondo
da “Il Post” di lunedì 3 giugno 2020
di Marta Impedovo
In molte città d’Italia, da qualche settimana, le code fuori dalle ciclofficine e dai negozi di biciclette hanno raggiunto lunghezze simili a quelle che siamo ormai abituati a vedere fuori dai supermercati. La Stazione delle Biciclette, che ha due negozi di bici a Milano, ha raccontato al Post che nelle ultime due settimane di maggio ha venduto più di quanto fa solitamente in due mesi e che per riuscire a star dietro a tutte le richieste ha dovuto sospendere il servizio di riparazioni. Danilo Orefice, manager di Decathlon che si occupa del reparto ciclismo della catena di articoli sportivi, ha detto al Post che «non si è mai visto niente del genere». Le vendite sono triplicate e solo nella prima giornata di riapertura, il 18 maggio, sono state acquistate 11mila biciclette: «Stiamo vivendo ciò che è successo nel settore alimentare mesi fa: la bicicletta è diventata un bene di prima necessità».
Una delle ragioni principali che hanno spinto così tante persone nei negozi di bici è il cosiddetto bonus mobilità, l’incentivo economico previsto dal decreto rilancio per chi acquista una bicicletta, anche elettrica, o veicoli come monopattini, hoverboard e Segway. Ma non c’è solo questo: lo stesso fenomeno infatti si sta verificando anche in zone del mondo dove non sono stati annunciati incentivi di alcun tipo. «Non avevo mai visto niente di anche solo lontanamente simile», ha detto un rivenditore di Brooklyn al New York Times e il Guardian ha scritto che, da quando sono state allentate le restrizioni, in Australia le biciclette «sono la nuova carta igienica».