I comportamenti dei ciclisti sulla strada possono fare la differenza. Parte da questo assunto il progetto Sicuri in bicicletta, realizzato dalla Fondazione Ania e dalla Federazione ciclistica italiana in collaborazione con la polizia di Stato e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Obiettivo: incentivare l’utilizzo delle protezioni, come casco e gilet ad alta visibilità, ma soprattutto, migliorare il rispetto delle regole, anche illustrando i comportamenti corretti da tenere quando si pedala in carreggiata, così da ridurre il rischio d’incidenti.
Il progetto prevede incontri formativi dedicati sia agli atleti sia ai ragazzi delle scuole durante i quali, attraverso opuscoli e video tutorial, vengono descritte le manovre corrette e quelle da evitare Già nel 2012 un’indagine svolta dall’Ania metteva in evidenza una situazione preoccupante un quarto dei ciclisti intervistati considerava ammissibili alcune trasgressioni al Codice come, per esempio, zigzagare in caso di auto incolonnate (21%), imboccare una strada contromano (25%), andare sul marciapiede per superare gli ingorghi (31%) e passare con il rosso (19%).
Le premesse della campagna, però, non sono per niente piaciute a una parte dei diretti interessati la Federazione italiana amici della bicicletta, Bikeitalia e altre cinque associazioni hanno diffidato il ministero a diffondere gli spot, ritenuti rei di presentare i ciclisti come «soggetti fuori controllo e che per questo devono essere educati».
da “Quattroruote”, aprile 2018