Oggi è stata approvata la 1° Legge Nazionale sulla mobilità ciclistica: è un momento storico per Fiab e l’Italia, per tanti motivi.
di Giulietta Pagliaccio (Presidente FIAB)
Nel novembre 2007 a Milano si svolgeva la 1° Conferenza Nazionale della Bicicletta, organizzata dal Ministero dell’ambiente e dalla Provincia di Milano
Fautore e vero “play maker” di questa Conferenza fu l’allora presidente FIAB, l’indimenticato Gigi Riccardi.
Fu una Conferenza intensa cui parteciparono tanti soggetti diversi del mondo della bicicletta, FCI, ANCMA, AICC (associazione italiana città ciclabili) Euromobility; in 3 giorni di lavoro vennero trattati temi i più vari nel corso di numerosi workshop i cui documenti potete trovare nel libro “Due ruote per il futuro” edito da Ediciclo.
Dei tanti relatori (un’ottantina) una ventina erano di FIAB: soci che hanno fatto la storia della Federazione e cito solo, oltre a Gigi, Antonio Dalla Venezia che sostituì Riccardi nella presidenza della Federazione.
Questa lunga premessa per dire che fu in quella sede che si posero le basi perché si sviluppasse una politica nazionale della ciclabilità che oggi vede la luce con la 1^ Legge Nazionale sulla mobilità ciclistica che all’art. 1 recita: “La presente legge persegue l’obbiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative….“.
Una legge che sancisce, finalmente, che la bicicletta non è un “gioco per il tempo libero” come la si è sempre considerata, ma un vero mezzo di trasporto al pari degli altri, inserito nelle attività di sviluppo del Ministero dei Trasporti e per il quale sono necessari interventi diversi per una crescita adeguata, come si fa per gli altri mezzi di trasporto.