Fiab Vicenza: «Occorre agire ora Siamo in emergenza climatica» Bisogno (veloCittà): «Le piste non sempre servono, cruciali le corsie»
Percorsi riservati e protetti o soltanto segnalati, tracciati che si snodano accanto alle carreggiate di maggiore percorrenza o all’interno dei quartieri, veri e proprie corridoi oppure segmenti in cerca di completamento: in ogni caso, tasselli di una rete cittadina tutta da pedalare, che misura oltre 60 chilometri. Questa l’estensione dello spazio ciclabile urbano, che se da un lato ha visto una progressiva espansione negli ultimi anni, dall’altro sconta ancora diverse criticità che le associazioni per la tutela degli utenti dei velocipedi invitano a risolvere al più presto, in nome di una più spiccata sensibilità nei confronti della mobilità sostenibile, dettata da un’emergenza ambientale che non ammette ulteriori ritardi.
Il salto di qualità si attende soprattutto dal punto di vista dei collegamenti tra i vari tratti. «Abbiamo un buon chilometraggio di percorsi ciclabili, ma il problema è che queste reti sono poco raccordate tra loro e se non agiamo per ricucirle, le persone saranno sempre meno invogliate a usare la bicicletta spiega dal quartier generale di veloCittà, in campo Marzo, la presidente di Fiab Vicenza, Anna Pilastro -. Gli esempi sono tanti, penso al percorso che da Polegge va in direzione del quartiere di Laghetto, dove purtroppo c’è un tratto pericoloso da percorrere, o al collegamento tra la città e la zona industriale o allo sbocco della ciclabile Casarotto in viale Risorgimento».
Proprio un tratto di quest’ultima cicloarteria risulta al momento chiuso tra via Lampedusa a via Cipro per lavori lungo l’argine del Bacchiglione ad opera del genio civile. «Noi abbiamo studiato e proposto al Comune un percorso alternativo sottolinea l’attivista -, basterebbe attraversare la Riviera Berica per entrare nella zona di Santa Croce Bigolina e poi reimmettersi nella Casarotto. Pare che il cantiere sarà lungo e occorre dare un servizio a chi si sposta in bici».
Un punto debole sul quale Fiab Vicenza punta il dito è anche quello dei percorsi scolastici: «Creare degli itinerari protetti attorno agli edifici scolastici significa incentivare l’uso della bici. San Pio X è un modello virtuoso che si avvale anche di zone a traffico moderato al mattino, in coincidenza con l’ingresso a scuola degli studenti del quartiere. Ma penso, ad esempio, alle scuole dei Ferrovieri che accolgono un’utenza proveniente anche da San Lazzaro, non esistono collegamenti ciclabili sicuri e immediati tra le due zone». «Noi vediamo dei grandi sforzi aggiunge la presidente -, ma siamo in un tempo di emergenza, climatica e legata alla salute, bisogna agire in fretta e ci vuole un po’ di coraggio». Coraggio e soluzioni semplici, fa intendere Enrico Bisogno, tra gli organizzatori di veloCittà: «Non è sempre necessario realizzare piste ciclabili dappertutto, un po’ perché costano, un po’ perché la città ha dei limiti fisici»
«Si possono mettere in campo misure a costi più contenuti e tempi più veloci -avverte-, ad esempio le corsie ciclabili separate dalla carreggiata stradale da segnaletica orizzontale, o il limite di velocità a 30 all’ora; tutto questo perché la città sia più vivibile e per rendere più visibile una mobilità diversa da quella dell’auto». Anche Bisogno insiste sulla ricucitura dei quartieri: «Ci sono alcune zone, in particolare San Pio X e i Ferrovieri, dove il collegamento ciclabile con il centro e il resto della città è oggettivamente difficile, perché i quartieri in questione sono solcati dalla ferrovia e anche da un fiume, nel caso dei Ferrovieri».
C’è anche un altro piano sul quale agire in parallelo: «Quello della sicurezza, per quanto riguarda il problema dei furti, bisogna fermare il mercato delle bici rubate», evidenzia il co-organizzatore del festival. Ma la sensibilità si scorge anche nelle piccole cose: «Gli archetti dissuasori lungo le ciclabili sembrano fatti più per evitare problemi a chi va in auto che per proteggere davvero i ciclisti», segnala Bisogno che infine indica la vera strategia per innescare un circolo virtuoso: «Andare in bici è possibile e facile già ora, montiamo in sella e pedaliamo. Più siamo e più sarà veloce il cambiamento».
da “Il Giornale di Vicenza”, 30 maggio 2022 di Laura Pilastro.